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La reazione di fede 

Gesù è sempre nuovo, quando lo incontriamo per viverlo e amarlo.

Nel Vangelo di Giovanni (c. 7), vediamo una doppia reazione davanti a lui e alla sua parola (la parola di Gesù può essere scambiata per una dottrina soltanto?).

Le reazioni: “Questo è davvero il profeta”. “Questi è il Cristo” (comunque interpretato). Contro queste affermazioni, ecco il solito dubbio: “Il Cristo viene forse dalla Galilea?”.

Il contatto semplice con Gesù, porta a vedere il profeta o il Cristo. La riflessione su base del già conosciuto, fa germogliare il dubbio. La dottrina contro la semplice esperienza. Notiamo: si tratta non di una dottrina campata in aria, ma basata sull’insegnamento “religioso” degli scribi.

L’insegnamento e l’avvertimento per me sono netti: lasciarmi trascinare dalla parola di Gesù, e non pretendere di strascinare Gesù dentro i miei poveri concetti.

Al mio desiderio vitale di essere pervaso dalla salvezza e dall’amore di Gesù, deve corrispondere un lasciare che la sua parola (il Logos!) mi permei. Al suo contatto (non solo l’Eucarestia è contatto impensabile con Gesù, ma anche il Vangelo certamente) la fede soltanto mi salda a lui, quella fede che si trasforma in preghiera del cuore.

La mia “ricerca esegetica” per sapere se è nato in Galilea, deve essere cancellata dal mio immediato percepire il mio Gesù della fede.

E allora ogni contatto è novità

20.01.20