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Eucarestia e trasformazione

Ciò che Dio accosta, trasforma nello stesso dono che Dio elargisce. Perciò la Madonna graziata è trasformata in “piena di grazia”.
Gesù, nel suo amore lungimirante, ha voluto offrirsi a noi, non solo nella sua vita (sono cibo di vita, tanto che chi mangia di me, vivrà di me), ma per sempre.
È la bellezza dell’Eucarestia. Anche Manzoni l’aveva intuito, scrivendo sull’Eucarestia: “Confuso il tuo col mio, t’offro il tuo stesso cuor”.

L’Eucarestia quotidiana nutre e trasforma. La ricezione dell’Eucarestia (Corpo e Sangue dello stesso Cristo!) non è soltanto un’accoglienza del “divino ospite” (come si leggeva nei libri devozionali), ma è l’unione di due offerte. Gesù si offre per averci, noi ci offriamo per averlo.
Però questo “avere” è lontano dal senso di possesso, perché esso è profonda partecipazione nell’essere.

Questa profonda totalità, non ha nulla del devozionismo, o della pratica di un’azione. Ho sempre presente l’indicazione delle promesse per lucrare un’indulgenza. Per lucrare l’indulgenza del due Novembre, era prescritta una visita alla chiesa, dopo essersi confessati, comunicati, e dopo aver recitato qualche preghiera.
L’Eucarestia, il dono di Gesù stesso, diventava un prerequisito per lucrare il dono di “qualche beneficio o grazia”.
La trasformazione vitale dell’Eucarestia, sembrava non avesse avuto valore in sé.
La nostra Eucarestia quotidiana ci trasforma in Gesù.

12.11.19