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Messa gioiosa

Non conosco chi e quando ha nutrito la funesta idea di parlare del "sacrificio della Messa", intendendo per sacrificio un patimento e un dolore.
     La perversa idea del "sacrificio della Messa" ha cancellato la "festa della Messa". Il broncio ha vinto sul sorriso, il dolore sulla festa.

La Messa è sempre una festa.
     Già nell'Antico Testamento la lettura della Bibbia era una festa. Così avvenne con Esdra e Neemia. Infatti i Babilonesi avevano distrutto la nazione degli Ebrei, deportandone una parte in massa a Babilonia, per ripopolare la regione, ormai esausta a causa della corruzione e della denatalità (era una nazione evoluta!). Distrussero tutto degli Ebrei, il tempio, le case, le officine, le Sacre Scritture.
     Quando il popolo fu liberato da Ciro e restituito nel proprio territorio, si dové ricominciare da capo.
     Casualmente, nello sfruconare fra i rottami, furono trovati i rotoli delle Scritture, che qualcuno aveva sottratto alla distruzione e nascosto.
     Si organizzò una grande assemblea, cui furono invitati tutti. E lì si lessero le Scritture ritrovate. La gente piangeva. Ma i responsabili cambiarono il carattere del raduno: "non piangete, fate festa; mangiate e bevete e date cibo a chi non ne ha, perché la gioia del Signore è la nostra forza." Scrittura e gioia, seguita dal banchetto: è lo schema basilare della Messa.

E Davide tripudiante nel condurre il simbolo della presenza di Dio (l'arca)....
     Scrittura e presenza di Dio sono fonti di gioia, non di sacrificio. La Messa è una festa, non un obbligo dolorante. A maggior ragione che non l'arca simbolo della presenza di Dio, la presenza reale di Gesù è generatrice di gioia.
     Le nostre domeniche sono tristi in chiesa e tripudianti allo stadio. Si può estendere il tripudio alla Messa?

GCM 27.01.04