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Senza un tempio

Gesù si contraddice?
Leggiamo il Vangelo di Giovanni: troviamo la cronologia all’inizio e poi alla fine (Passione e Risurrezione). Quando Gesù si trasferisce a Cafarnao, nella narrazione degli episodi della vita di Gesù, sono riportati episodi per indicare la fede nella sua persona, piuttosto che per scrivere una biografia.
Or dunque, il primo episodio narrato è quello che presenta Gesù deciso e perfino violento nel far rispettare la sacralità del tempio di Ge-rusalemme: la casa di mio Padre.

Poi leggiamo anche, quando Gesù si intrattiene con la donna samaritana – episodio che scandalizza i suoi -, che sia il tempio di Geru-salemme sia quello sul Garizzim non sono necessari, perché Dio “si a-dora in spirito e verità”. Prima la difesa decisa, poi un’indicazione di im-portanza relativa, se non nulla.
Contraddizione di Gesù, oppure gerarchia di valori? Adorare Dio è necessario, avere luoghi di culto è relativo, sebbene non inutile.

Una cosa appare sicura: il luoghi destinati al culto per volere, ri-spettabile, degli uomini non “fanno la fede”, però possono favorire mani-festazioni di fede. Comunque la sottrazione di un tempio, o della fre-quenza a un tempio, non pregiudicano affatto la fede, l’amore al Padre, la salvezza. Talvolta perfino aiuta al raffinamento della fede stessa, che deve adorare “in spirito e verità”.

Gli Ebrei temevano che la soppressione del tempio, privasse di Dio la nazione.
Gesù, il mattino, si recava in un luogo solitario, e lì pregava.

13.02.19