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Sempre verso il bene 

Esistono delle frasi pronunciate a discredito di una persona, che alla fine provocano una reazione, che si volge a lode di quella stessa persona.

L'episodio, nel quale quella frase è pronunciata a discredito di Gesù, è ripreso, per esempio, nel Vangelo di Matteo. Gesù incontra un paralitico, per il quale la gente domanda la guarigione. E Gesù, quasi di brutto, esce con quel: “Sono rimessi i tuoi peccati!”. Agli orecchi dei farisei questa frase è chiaramente una bestemmia: “Chi può rimettere i peccati se non solo Dio?”.

Per i farisei Gesù è un presuntuoso bestemmiatore.

Gesù prende lo spunto per dimostrare che la sua “bestemmia” era semplicemente verità, confermata dalla guarigione del paralitico, e conclusa con la lode di Dio da parte dei presenti.

Dalla critica maligna Gesù trova il modo di dire: “Ebbene, è proprio vero ciò che dite: io rimetto i peccati perché sono Dio!”.

Altre volte, come leggiamo in S. Giovanni, contro Gesù fu rivolta la critica: “Chi pretendi di essere?”. In realtà la sua non era una pretesa ma una realtà, confermata “almeno dalle opere!”. Dalla critica alla realtà: da un male un bene.

Anche S. Agostino vedeva nel male la evoluzione verso un bene, tanto da indicare il peccato ”una felice colpa”, che ci ha donato il Redentore. In Gesù è costante questa dinamica: dalla malattia alla guarigione, per esprimere poi il fatto più grande: dalla Croce alla Risurrezione.

Questo si avvera sempre nella vita del vero credente: dall'umiliazione alla certezza, che proprio allora si è più sicuri dell'amore del Padre per i piccoli.

05.07.18