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Umiltà dono dello Spirito

Le nostre riflessioni per capire le situazioni vitali, sono sempre “povere e incerte” - proprio come ci indicano i sapienziali della Parola di Dio.
La realtà è prima di noi e sopra di noi. Di fronte al ”mistero dell’esistere”, nasce la tentazione di Adamo: sarete come dei e conoscerete il bene e il male.
Il mistero del reale, prima che essere compreso (ciò che avverrà dopo morte: è necessario morire per capire), deve essere vissuto, navigato, con la bussola consolante della sola Parola di Dio.
L’unica posizione umana (ossia dei piccoli uomini) per non deragliare, è l’umiltà, quella che ci fa entrare nella dimensione dell’uomo, congegnato dal fango.
L’umiltà ci rende tristi? È indice delle nostre pretese superbe, immaginarie. L’umiltà ci dona il senso delle nostre reali proporzioni? Allora ecco la serenità. L’umile è l’uomo davvero felice sulla Terra.
Però l’umiltà non è mera costruzione umana. Essa, lo esprime S. Paolo, è frutto dello Spirito e perciò va “eccitata” dalla preghiera. Mi sovviene il detto di un santo (Alfonso): “Chi prega si salva, chi non prega si danna”
Ricordo il detto di un altro santo: “L’uomo è grande soltanto quando si inginocchia”.
La nostra vita, la nostra pace, sono nelle mani di Dio… fortunatamente.
10.04.20