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Figli!

Adozione e figliolanza a Dio. Due termini, che designano il nostro rapporto di figli con il Padre.

L’adozione, come è intesa normalmente, designa una appartenenza a una famiglia, senza esser stati generati in essa. La figliolanza è appartenenza per natura, per diritto di nascita, per il semplice fatto di esser nati “là”.

Il termine biblico “uiothesìa” da molti è inteso come semplice adozione. In realtà esso indica una “legittimazione”. Presso i popoli antichi anche il figlio naturale di un uomo, doveva esser legittimato (ossia riconosciuto dal padre) per far davvero parte della famiglia. Questa legittimazione usava il termine di “uiothesìa”. Nella legittimazione si riconosce la natura del figlio.

Sotto questo aspetto, la sotterranea contraddizione tra adozione e figliolanza, viene risolta.

Altrimenti non si capirebbero le parole chiare del primo capitolo di Giovanni: “Sono nati da Dio!”.

La fede in Gesù e l’accoglienza nella sua Chiesa, legittimano una radicale nascita da Dio.

Davanti a questo abisso infinito di grandezza, non resta che perdersi e adorare.

Le piccole questioni che agitano le menti, scompaiono nel nostro immergerci nel mistero.

Figli di Dio! Orgogliosi della grandezza di nostro Padre! Riconoscenti gioiosamente per la sua elezione! Persi nella sua lode: quella che ripetiamo nella recita del Padre nostro.

Figli di Dio! Non soltanto oggetto del suo amore, ma partecipi di esso, come il Figlio comunica profondamente con l’amore del Padre, tramite lo Spirito Santo.

GCM 11.01.07