Gesù non contraddice la Legge, bensì la completa. La completa non solo “indicando” (fu detto, ma io vi dico) ma riempiendola di sé. Ci indica di guardare ogni bontà e ogni situazione immettendovi in essa la nostra fede in Gesù presente, che dà valore divino alla bontà umana.
È costume cristiano lo scoprire l’opera di Dio dentro l’agire umano. Nulla di quanto è nell’uomo o nella creazione sfugge alla mano del Padre. Si canta: “Cieli e terra sono pieni della tua gloria!”. Non è un mero modo di dire, bensì una profonda consolante realtà: nulla di noi sfugge all’attenzione provvidenziale di nostro Padre.
Chi trascura la presenza del Padre, viene “dal basso” (per dirla assieme con Gesù); chi sente e scopre nella realtà l’azione del Padre, viene “dall’alto”.
Insomma, riecheggiando i salmi e il Vangelo, dallo spirito, se crediamo davvero; oppure dalla carne, se ci fidiamo di noi o dei molti arruffapopoli della cosiddetta “cultura”, o dalla politica urlata.
È entusiasmante e consolante vivere ogni realtà, ammantata dalla presenza del “Verbo del Padre”. Allora le giornate diventano luminose, e l’attesa di ricongiungersi al Padre, soave e corroborante.
Con Gesù, trascorriamo i giorni della nostra vita, continuamente percependo Dio presente, operante, consolante.
17.02.20