Due uccelli in uno 

Vivono nei gruppi che si autodefiniscono cristiani, soltanto per il fatto che vanno in chiesa, due uccelli molto conosciuti. Colombe? No. Semplicemente un pavone e un cuculo. Il pavone che vuole tutti in lui e attorno a lui si accorgano della sua bellezza. Peccato che il pavone usi un canto forte e sgradevole, e per mostrare la propria bellezza, deve mostrare il di dietro.

Il cuculo è più perverso. Esso vede un nido che altri hanno costruito, e caccia gli inquilini per accomodarsi lui. Ciò che altri uccelli faticosamente hanno intessuto, per lui è ovvio impossessarsene, e imporre la sua presenza la sua opera, con nessun rispetto per ciò che si è attuato prima che lui, nella sua protervia, se ne fosse servito.

La disgrazia più grande quando i due uccelli si uniscono in un solo essere! Fantasia? Per gli uccelli no, per gli uomini, spesso e volentieri sì.

Sembra che quella mistura di pavone e di cuculo, sia abbastanza frequente. Quasi che quella mistura, abbia il sentore di un certo messianismo.

Ora finalmente ci sono io! Il passato non esiste, il presente e il futuro sono nelle mie mani. Chi prima valeva, ora deve essere annientato, perché io, cuculo, devo depositare le mie uova sovrane.

In politica questo messianismo conclamato, è frequente. Nella chiesa e negli istituti religiosi è “invece” altrettanto frequente, ma sempre “nel nome di Dio”.

Però questo messianismo di terza mano, è in grado di distruggere, ma – siccome i pavoni hanno un grande di dietro, ma una testa piccolissima – dopo la distruzione di una armonia precedente, non sanno costruire un’armonia nuova, se non quella che viene dalla vanità: guardatemi, io sono finalmente il mondo nuovo. Amen. 

  18.10.15