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Il mio cimitero

Il cimitero è tutto nostro: poi si seppelliscano i bimbi non battezzati e gli acattolici di qualsiasi tipo al di fuori del “recinto sacro e benedetto”. Perfino la terra deve distinguere le ossa, o – adesso - le ceneri.
Oggi gli islamici, in provincia di Vicenza reclamano un cimitero tutto per loro.
Forse ci si dimentica che alla nascita e alla morte siamo tutti eguali. Solo dopo la risurrezione, ci sarà la grande divisione tra pecore e capri, o meglio, al dire di S. Paolo, alcuni risorgeranno per la vita e altri per il giudizio.
Perché divisioni? Per mantenerci puri? E così avviene che un cristiano, il quale ha vissuto una vita di imbrogli e di dissoluzioni merita una esequie in chiesa e un posticino nel cimitero benedetto; mentre un islamico, vissuto in armonia con le sue dottrine in onestà e continenza, deve essere espulso per non contaminare il terreno santo.
Purtroppo da parte islamica è la stessa situazione… cimiteriale. Perché gli islamici si reputano belli, mentre i cristiani e gli induisti sono brutti e sporchi!
La situazione, per quanto divertente, si può comprendere. Infatti le religioni nascono dalla cultura di un ambiente, e la loro esportazione nasce da una falsità e da una pretensione. Spesso le nazioni o gli stati pretendono di appropriarsi di una supposta religione: prima la spada e poi la croce. E perfino il cristianesimo in quanto religione è stato a tale gioco dopo Costantino. Ma il Vangelo è per salvare l’uomo religioso, non per annullarlo.
02.08.16