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Allarme ?

Nella enciclica “Laudato si'” il Papa urla la sua e nostra preoccupazione per il degrado grave della natura e degli ecosistemi. Il suo è un urlo, che è stimolato dal bisogno di salvarci in quanto terra, dal danno che l'incoscienza nostra e la perversità dell'economia stanno provocando. Non è, il suo, un grido interessato di un tecnocrate. È il grido, anche di chi ormai è così debole, da non aver la forza per gridare.
Il Papa è diventato il nostro allarme, un allarme rivolto soprattutto all'incoscienza dei potenti della politica e della finanza.

Ma noi, piccoli e inascoltati, che cosa possiamo fare? Possiamo risolvere i problemi? No, ma una cosa possiamo compiere subito: rinforzare il grido del Papa con il nostro grido, che rafforzi il suo.

Già il gridare può essere una piccola collaborazione. Ma anche il fare è in nostro debole potere. Evitare sprechi, risparmiare nel quotidiano con una vita sobria, non essere coadiutori dello spreco e dello scarto. Perché la terra è “nostra”, e non possiamo aspettare che i politici si sveglino, soprattutto quei politici che si fanno eleggere per ricevere uno stipendio, quando semplicemente dicono no a ogni mossa di cambiamento.

Però la prima nostra collaborazione consiste nel riformare la nostra sensibilità otturata da decenni di abitudine nella mollezza del benessere occidentale. Ci hanno abituati a essere avvolti nell'infagottamento di una “dolce vita”.

Sì, si tratta proprio dal donare una cooperazione, con la nostra conversione. Una conversione, che ci redima dalla pretesa di poter avere e usare più del necessario alla vita. Non solo perché altri abbiano rispettato il diritto del necessario, ma anche per non privare noi dal salvarci dal degrado della natura.

25.06.15