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Contagio di pace

Non è facile restare insensibili, quando nel mondo, ossia intorno a noi, si scatenano violenze. Le violenze nascono sempre da sopraffazioni. O da chi è sopraffatto o da chi è il sopraffattore.

Evidentemente non si domina la violenza con la violenza, pur restando valido il principio “Licitum est vi vim repellere”. Eppure la liceità del principio e della conseguente azione, non cura la violenza alla radice. La radice sta nel cuore degli uomini, dove il potere vuol prevalere sugli altri. Anche la piccole violenze di casa nostra (famiglia, ufficio, officina, convento, parrocchia…) sono figlie del potere, ossia del voler imporci sugli altri.

Violenze casalinghe o violenze sociali e politiche sono generate dalla parte malata del cuore umano. E Gesù è donato dal Padre, proprio per guarire l’oscuro male umano. Lui è il principio della pace, e non solo, come solitamente si proclama, il principe della pace. Come principio della pace, la pace è impossibile, se le persone si scansano da lui. Evitare Gesù è, in grande e in piccolo, favorire la lotta e la guerra.

Guerra e pace non sono realtà che si possono cancellare. Pace è una realtà globale, connessa sempre con le piccole paci, quelle che possiamo (e dobbiamo) vivere ogni giorno. La pace è un evento globale, sul quale però la mia piccola pace influisce. Forse noi non abbiamo coscienza che la mia piccola pace, voluta e costruita, influisce sulla pace in Medio Oriente. Come il mio piccolo rancore influisce sulle cattiverie di Boko Haram. Ma la mia “piccola” pace, per sua natura non è piccola, perché essa si innesta sulla pace di Gesù, principio di ogni pace. Francesco d’Assisi l’aveva intuito: “Pace e bene!”

GXCM 08.08.14