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Creativi o carrieristi

La gioia della creatività è gioia collimante con quella di Dio, il quale creando “vide che era cosa buona”.

La prova ogni bambino quando produce qualche cosa di suo: dagli escrementi agli scarabocchi, dal giocare con la sabbia al rotolarsi nel prato, dal riuscire a stare in piedi e correre, all’imparare a nuotare o a contare.

Denigrare la creatività del bambino, facendogli sentire che ciò che egli conquista a poco a poco è “cosa da nulla, cosa da bambini” è un peccato grave contro l’immagine del creatore, stampata nelle creature.

Gli apprendisti, nello studio o nel lavoro manuale, è importante che si rendano consci che stanno creando e creando diventano sempre più uomini. Spesso le scuole sono fucine di fustrazioni più che di soddisfazioni. Si notano più gli errori, che non la creatività. I voti sono assegnati più sulla presenza o mancanza degli errori che non sui risultati ottenuti. Gli stessi compiti scritti, che sono il terrore degli insegnanti - oltre che degli alunni - non si leggono, ma si correggono! Non per nulla alcuni alunni “scorretti” ma geniali, diventano bravi ricercatori e bravi tecnici.

Ho notato, e non rare volte, la tendenza, dentro gli Istituti religiosi, a impedire e a castigare la creatività. Conosciamo esempi recenti: Mazzolari, Turoldo, Balducci... Essere dotati, guardare lontano, iniziare nuovi percorsi, sono tutte occasioni di Dio, perdute a causa delle invidie e delle cecità mentali, da parte di chi è al comando perché carrierista ed è in continuo sospetto che gli intelligenti creativi diventino concorrenti o antagonisti.

Chi soffoca la creatività e la guarda con sospetto, si unisce ai sacerdoti, ai sadducei e ai farisei che uccisero Gesù.

GCM 26.06.13