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Artigiani o strumenti?

Un concetto della posizione personale e sociale della realtà, ci viene indicato da Isaia. Egli infatti sta rimproverando l’Assiria, perché aveva avuto un compito da Dio, e gli Assiri hanno trasbordato e trasceso.

Dio, secondo il profeta, doveva dare una lezione severa agli Ebrei, perché avevano operato contro l’alleanza pattuita con Dio e siglata con un sacrificio.
Allora chiama gli Assiri a punire gli Ebrei con l’invasione e con la momentanea deportazione. Nel piano di Dio, l’Assiria era chiamata soltanto a questo. Invece gli Assiri, orgogliosi per la propria potenza, invasero e sottomisero tutta la regione.

L’Assiria doveva attenersi soltanto al compito provvidenziale, e non privo di durezza, inteso da Dio. Il profeta che vede lo sconfinamento orgoglioso degli Assiri, esprime il forte disappunto di Dio: gli Assiri dovevano essere uno strumento, e invece si sono comportati da padroni. Ecco allora l’invettiva del profeta.

Può uno strumento essere superiore alla mano, che l’impugna e  se ne serve dominando? Il mondo non è il padrone, ma uno strumento nella mano di Dio, che crea.

Ecco allora una pioggia di conseguenze.

L’uomo deve ritrovare il suo posto di “strumento”, se non vuol sovvertire l’ordine, producendo una serqua di mali. Viene spontaneo chiederci: l’ONU è padrone oppure strumento di pace nelle mani di Dio? I genitori si sentono padroni dei propri figli, fino a maltrattarli, oppure sono strumenti di Dio per creare e condurre? I governanti hanno poteri assoluti, come gli Assiri ora scomparsi, oppure sono semplici servi (appunto: ministri!) per eseguire il piano di Dio? Il confessore e il predicatore si sentono e operano come “aventi potere spirituale” o come umili strumenti?

GCM 18.07.12