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Individuazione


      Vedo, sorridendo amaramente, che qualche maschio celibe per essere completo nell’accettare la funzione del femminile nel mondo e nella chiesa, anziché rispettare e valorizzare le donne, assume aspetti femminili, nel parlare e anche nel riempire di ninnoli ogni superficie.

L’apertura all’altro, nella Chiesa e fuori, comincia dall’accettare di essere pienamente e semplicemente se stessi. Se io mi camuffo e mi maschero, non potrò mai offrire me stesso, comunicare me stesso, ma presenterò la mia maschera, restando lontano da ogni reale comunicazione, che richiede, prima di tutto, non falsare se stessi.

Questa mancanza si amplifica quasi all’infinito, quando considero il posto di ogni persona nella Chiesa, e il posto della Chiesa nel mondo.

Il mio posto di persona e di francescano, e il posto di una comunità francescana nella Chiesa, tanto più saranno inseriti e proficui, quanto più affermeranno la propria indole e la propria vocazione francescana dentro la Chiesa. Chi mi chiedesse di scordare la mia peculiarità, mi imporrebbe di privare la Chiesa di un valore attivo.

E’ strano notare che alle monache di clausura non si chiede di rompere la clausura per girare il mondo, mentre a un conventuale francescano si impone di abbandonare la vita conventuale per darsi ad attività non consone alla conventualità e al servizio che la stessa conventualità può esercitare attorno a sé.

Ogni sforzo che si compie nell’individuare chiaramente la propria situazione personale e di gruppo, si risolve in un aumento di positiva tensione universale.

Frate e universo!                       GCM 03.07.14