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Santi non copiati

Apprezzo molto le persone che parlano con entusiasmo delle loro devozioni. Esse sono stimolo alla loro fede. Per molte persone le devozioni a un santo sono state l’occasione per la conversione, ossia per il loro riavvicinamento a Dio. Ed è proprio questa la funzione delle devozioni: l’accostamento a Dio.
Una volta si udivano spesso gli slogan: “Per Mariam ad Jesum” e “per Antonium ad Jesum”.

L’importante è l’arrivo. Tutto deve portare a Gesù, altrimenti l’arrestarsi per strada scade dallo scopo della devozione stessa.

Anche il “Santo Protettore” non è il punto di arrivo della nostra fede. Egli è protettore perché prima di noi ha vissuto la protezione di Dio. I santi, davvero sono nostri fratelli, che hanno percorso la nostra stessa strada, sempre però a modo loro personale.

L’imitazione dei santi, è una indicazione interessante, ma non obbligatoria. Anche San Paolo indicava ai cristiani di “imitarlo”  ma non per arrestarli a sé, bensì per aprirli a Gesù, come era aperto lui.

La vita di ogni credente è esclusivamente sua. Proprio come il suo DNA, o la sua conformazione energetica. E Dio, nel chiamarci non vuole che per andare da Lui distruggiamo la nostra conformazione. Egli ci chiama individualmente. Poiché egli conosce la nostra struttura personale, di essa si serve per attirarci a sé con sicurezza.

Nel santo si ammira la “sua” vita, che resta sempre esclusivamente sua. E se un dovere noi abbiamo, è quello di conoscere e di accettare sempre meglio noi stessi per essere autentici nel nostro aderire alla “Volontà di Dio”. La quale basilare volontà è quella di non tradire noi stessi, perché “questi” ci ha creati.

La vera devozione ai santi, si esplica nell’essere noi con loro, per formare il coro di Dio. 

27.07.14