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Conventualità e novità. 7

La conventualità, ben connessa nell’amore interno, è disponibile ad accogliere le nuove spinte che vengono dall’esterno? Se è molto compatta, non tende a fossilizzarsi? Questa è la paura di molti giovani, quando entrano in un convento tradizionale.

La risposta è semplice. Una famiglia dominata dall’amore, è naturalmente portata alla novità dei figli. L’amore autentico è aperto alla novità. Non  viene sciolto dalla novità dei figli, anzi trova coesione più profonda, quando arrivano i figli. Così un malinteso senso della novità, come dimostra la storia, esige la distruzione totale dell’esistente, per poi... avere Hitler, Mussolini, Stalin, con tutte le loro conseguenze di morte, di lager, di gulag.

Se un convento è radicato nell’amore, è spontaneamente aperto alle novità, quando queste sono promozionali e perciò promoventi. Soltanto viste corte e cuori aridi sono fissisti. E’ cuore arido quello che distrugge per poi costruire; è intelligenza corta quella che non sa cogliere, nel passato e dal passato, le linee dinamiche per il presente e per l’avvenire.

Anche qualche corrente psicoterapica su base analitica, parte con lo scopo di distruggere il complesso difensivo che una persona ha eretto per restare viva. Il risultato, come dice ironicamente C. Rogers, è quello di creare esseri indifesi.

Riempite di amore una comunità conventuale, e questa sarà aperta anche alle novità. Dopo il Concilio Vaticano II, gli spiriti liberi si sono lanciati a nuove creatività, gli spiriti non aperti hanno creato Lefebvre.

Se una comunità si chiude e si difende dalle novità, o se distrugge il passato per il nuovo, dimostra di non amare.

GCM 08.07.13