HOME

Home > Percorso FRANCESCANI > Articoli 2014 > Conventualità 1

Conventualità 1

Forse non sempre noi si capisce il dono della conventualità. Siamo addirittura riconosciuti con l’appellativo di conventuali, ma nel lungo periodo di formazione il senso della conventualità non è sviluppato.

Nei nostri seminari, dopo un’infarinatura di vita religiosa (spesso nemmeno ricordata come conventuale) durante il noviziato, la formazione intellettuale e ascetica, si incentra sul sacerdozio. Non un sacerdozio da vivere conventualmente, ma un sacerdozio parrocchiale, o, tutt’al più, missionario.

La cifra conventuale, dentro la quale vivere e la vita comunitaria e il sacerdozio, non compare. La prima conseguenza è che i giovani sacerdoti non badano alla loro appartenenza al convento, ma svolgono spesso un’azione da sacerdozio personale.

Inoltre l’appartenenza al “convento” è soffocata dall’urgenza di appartenere alla “Provincia” o addirittura all’Ordine”. Questa è una delle conseguenze dell’organizzazione di tipo industriale, ciò che nel ‘700 e prima non era sentito.

L’appartenenza al convento, spesso è forzosa, per disposizione dell’autorità superiore, che trascura le dinamiche del gruppo, coprendole o esaltandole sotto la tenda della “santa obbedienza”.

Addirittura sto notando in sacerdoti frati delle ultime generazioni, un atteggiamento da hotel. Abitazione, notte, cibo, lavanderia vanno bene; la confidenza e l’aiuto reciproco tra frati, per loro è un semplice trascurabile optional.

GCM 02.07.13