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Chiese conventuali 2

Assodato che il francescanesimo è una religione popolare, cioè per il popolo e nel popolo, anche le chiese francescane dell’inizio, ossia quelle dei conventi, furono collocate tra la gente. Mi piace sempre definire la nostra chiesa di S. Lorenzo un’oasi di spiritualità nel centro della città. Oasi non perché solitaria, ma perché abitata da chi vi entra.

Ai tempi di S. Francesco, i religiosi (monachi) erano radunati fuori città in una cittadella autosufficiente, cioè con una economia curtense. Anche all’arrivo dei francescani a Vicenza, esistevano nobili monasteri, al di fuori delle mura cittadine. Ancor oggi vediamo  l’esempio di S. Agostino, oppure di S. Felice e di altri. Merito grande dei monasteri, oltre all’impatto spirituale, fu anche la grande opera di bonifica: e il territorio vicentino ne sa qualche cosa.

Francesco crea un movimento urbano. I frati restavano in città, tra la gente, dormivano dove potevano, anche sui sagrati delle chiese.

Pure la prima chiesa francescana di Vicenza, quel S. Salvatore e poi quel S. Francesco Vecchio, era stata eretta dentro la mura cittadine. Quando i frati furono invitati o costretti dai canonici, e comandati dal visitatore dell’Ordine a cambiare sede per non coabitare con le prostitute, allora i francescani accettarono di traslocarsi, ma sempre all’interno delle mura, presso l’antica Porta Nova. Ed eccoli accasati prima presso l’antica cappella di S. Lorenzo, e poi presso il grande Tempio di S. Lorenzo.

I conventi primitivi eressero le chiese, che si dicevano conventuali, e i frati stessi erano frati che convenivano in un luogo cittadino, ossia in un convento.

22.08.14