HOME

Home > Percorso FRANCESCANI > Articoli 2014 > Chiese conventuali

Chiese conventuali

Negli scritti del primo Testamento (ossia la prima alleanza, detta Antico Testamento), Mosè si reca nella tenda del convegno, dove Dio gli comunica i suoi indirizzi. La tenda (siamo tra nomadi) è eretta fuori della tendopoli, dove, invece, si raduna il popolo. Un Dio staccato, perché collocato in un recinto consacrato. Presso qualche cultura, Dio è talmente considerato sacro e staccato, che quando una persona vuol pregare al di fuori del luogo stabilito per la preghiera, delimita con pietre un piccolo recinto, quasi a volerlo staccare dal resto del territorio, vi si infila e lì prega.

Il Dio sacro, il Dio staccato, il totalmente altro di R. Otto.

All’inizio del Vangelo di Giovanni, parlando dell’ominizzazione del Verbo, l’evangelista nota proprio che “eresse la sua tenda tra di noi”. Anche questo è segno che Dio è vicino al suo popolo, quello che egli chiama sua famiglia. Non una tenda appartata, ma una tenda tra le altre.

E’ l’intuizione di Francesco. Infatti il monachesimo erigeva le abbazie fuori e lontano dall’abitato. Chi non rammenta Monte Rua, e Camaldoli, per esempio? Francesco vuole che il suo movimento viva negli abitati, e lì i frati facciano il raduno, lì essi convengano (“convento” dal convenire!).

Il convento non è un monastero, ma è una casa tra le altre, anche se a quella casa si unisce una chiesa dove il popolo può “convenire” , ossia allargare il “convento”. Si parla perciò non di conventi chiesali, ma di chiese conventuali. Chiese di frati per il raduno dei frati e delle persone, che desiderano vivere lo spirito francescano.

GCM 30.07.13