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M3 Caratteristiche della meditazione

Alcune caratteristiche denotano le meditazioni: l’impostazione esistenziale, la necessità delle tecniche.

L’impostazione esistenziale è il valore assoluto, che la meditazione persegue. Una caratteristica che descrive la meditazione cristiana e quelle islamica ed ebraica, è la meditazione nel contesto della preghiera. E la preghiera è un dialogo con Gesù e con Dio, o l’invocazione a Dio. Infatti una della maniere di indicare la meditazione è il descriverla come “orazione mentale”. Perciò, nei tre ceppi monoteistici (e in molte espressioni etnologiche) la meditazione è, prima di tutto, riflessione su Dio, sapendo che la salvezza umana non è prodotta da sforzi dell’uomo, ma dall’opera dello Spirito di Dio, alla quale l’uomo presta la sua libera condizione nel raccoglimento.

Differisce da questa posizione esistenziale, la convinzione che l’uomo deve raggiungere da se stesso la propria salvezza. Quest’ultima posizione è molto diffusa nelle religioni, o, meglio, nelle ascetiche e nelle filosofie orientali.

Da queste differenti impostazioni dipende il modo di meditare: tutto sta in me per salvarmi, oppure io devo cooperare alla salvezza operata da Dio.

La differenza non è così netta, perché anche il buddhista si riferisce all’aiuto del Buddha e l’induista, soprattutto dopo il contatto con il cristianesimo, sviluppa la Bhakti.

La seconda caratteristica è in ogni panorama di meditazione, la tecnica o il metodo di meditazione.

L’infinità dei metodi attraversa sia le meditazioni cosiddette orientali, sia quelle cosiddette occidentai. Leggendo i maestri di spirito e i guru, è facile accorgersi che ogni corrente di meditazione vanta un metodo, e ogni metodo si applica in mille metodi, secondo il maestro che l’insegna.

GCM  14.12.11