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Adattabilità

La adattabilità è facile per le amebe. Le persone passive, che ormai hanno ceduto le armi e si lasciano andare, facilmente si lasciano portare di qua e di là, però con la latente furbizia di chi dice: ”Mi avete voluto qui, adesso vi arrangiate: io non mi muovo!”

Però troviamo anche un’altra forma di adattabilità: quella delle persone mature, le quali, poste in una situazione nuova e inedita, studiano la situazione e trovano il posto dove collocare la propria attività.

In mezzo, tra le amebe e le persone mature, si colloca buona parte delle persone immature: e non sono rare. Queste persone, di fronte alla novità si spaventano e pretendono di cambiare l’ambiente, uomini e cose o case, secondo le proprie esigenze. Non riescono a percorrere la storia, attraverso la quale si è creato il nuovo ambiente. Perciò perdono l’occasione di considerare le dinamiche dell’ambiente, non ne vedono la razionalità, e quindi disprezzano l’ambiente, per imporre la propria volontà, piccina e miope.

Questi immaturi sono innumerevoli e ripetono la “psicologia” delle orde dei barbari, delle guerre di Ciro o di Giulio Cesare, dell’Islam o dei talebani. Sembra che ogni comunità, religiosa civile militare, nutra in seno il piccolo talebano in sessantaquattresimo. Anche i conventi.

Storia e ragione servono sì, ma soltanto alle persone e alle comunità mature, che non tendono a distruggere per cambiare, ma a completare l’esistente.
Gesù, il più grande innovatore della storia, era maturo e perciò rassicurava gli ascoltatori: “Non sono venuto per distruggere, ma per completare”:

GCM 13.07.12