Servizio o potere?
I ministri, per definizione lessicale, sono “servi”, coloro che ministrano. I ministri cristiani sono eletti al servizio del gregge: S. Pietro lo indica.
Quindi servizio alla comunità, nel celebrare l’Eucarestia, nel chiedere perdono dei peccati assieme con il “penitente”, nell’istruzione continua che coincide con l’autoistruzione.
Servire. Per servire adeguatamente è necessario avere dei mezzi opportuni e delle facoltà. Mezzi e facoltà che sono forniti per l’aiuto agli altri.
Però qui si innesta un grande pericolo: che la facoltà si trasformi in autorità e potere. La facoltà e i mezzi, segnano il delicato confine tra servizio e potere.
Confine che può essere inserito nel servizio, e confine che può corrompersi in potere, in autorità.
Gesù l’aveva previsto, quando avvertì i suoi di non essere come i potenti del mondo, che forse orpellati dal manto del servizio (ministri), esercitano il potere.
Per essere chiaro Gesù disse di sé: “Sono venuto non per essere servito, ma per servire e dare la vita!”. Quando lavò i piedi agli apostoli, ripeté gesto e parole di servo.
Purtroppo nella storia del Cristianesimo (non della Chiesa di Gesù autentica, espressa dalla santità) troviamo potere e poteri, carrierismo e diktat, oppressione e inquisizioni!
Perciò, ogni giorno, noi “ministri” chiediamo a Gesù di rinnovare in noi il dono, il carisma del servizio. Servire Gesù è regnare, dice una preghiera. Non regnare in terra, ma essere già inseriti nel suo regno nei secoli. Regno dove l’atmosfera è l’Amore di Dio.
GCM 04.09.12