Gesù ci ha indicato un test d’amore. Se tra due persone scorre amore autentico è facile riscontrare.
L’amore vero è quello che si dona. L’amore produce il dono. Nessuno ha un amore più grande di quello di colui che dona la vita per i fratelli: ci fa osservare Gesù, evidentemente parlando di se stesso. E troviamo anche un dono super, che è il per-dono. Or bene il test d’amore è il perdono.
Il perdono è il contrassegno non solo del cristiano, ma di ogni persona che ami autenticamente.
Lo ripetiamo ogni giorno, probabilmente senza farci caso: rimetti a noi i nostri debiti, come noi li stiamo rimettendo ai nostri debitori.
La chiesa è costituita come il contenitore del perdono: ricevete lo Spirito santo … a chi rimetterete, sarà rimesso.
Noi facilmente possiamo accorgerci se amiamo (e soltanto l’amore ci salva, perché è partecipazione dell’amore divino) o se altri amano, misurando la capacità di perdono delle persone. Eppure è molto più facile notare vendette che perdono. Una conseguenza terribile: chi nutre vendetta (anche quella velata nella frase bugiarda: non mi vendico, ma non perdono!) non è capace di perdonare e di amare, neppure le persone che dice di amare. Non per nulla Gesù cancella la frase biblica: ama l’amico, odia il nemico.
Sento una persona che dice di amare il marito, senza del quale non può vivere, e intanto lo sottomette a prove insensate e costose per essere sicura di lui. Dove sta il declamato amore, se manca il perdono?
Le ruggini presenti in famiglia, nei conventi, nelle fabbriche e negli uffici, sono il test di odio.
Solo il perdono è il test più chiaro dell’amore.
GCM 24.05.12