Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Così detta l’A.T.
Amate anche i vostri nemici. Così detta Gesù.
Il problema si fa psicologicamente più ingarbugliato, quando il nemico è lo stesso prossimo. Quando viviamo come nemici i nostri familiari, i nostri confratelli , i nostri correligionari.
La spina è sempre conficcata nel corpo, quando un prossimo si fa nostro nemico (e non è raro) o noi lo viviamo come nemico.
È possibile allora l’amore?
Anche colui che condivideva con me la fede, andando assieme alla preghiera, mi si è contrapposto: dice il Salmo.
Se poi non solo è nemico, ma interpreta ogni mio gesto, il tono della voce, la scelta del lavoro, il modo di pregare, come una grave reità, da non perdonare, allora l’offesa si aggrava, si fa intollerabile.
È possibile amare questo tipo di nemico, che abita la porta accanto, o addirittura dentro la nostra porta?
Gesù di fronte a una grave obiezione, presentata dai suoi discepoli, risponde: “Sì, è davvero impossibile per gli uomini. Però tutto è possibile a Dio!”.
Cadono le nostre obiezioni. Ma rimane la nostra difficoltà.
Eppure la parola di Gesù è là: non muta mai.
Anche la forza dello Spirito, inclusa nella parola di Gesù, è là: non cambia mai. Ed è su questa forza che, con fede, possiamo e dobbiamo far leva.
Questa forza ci aiuta a sciogliere, nel tempo (settanta volte sette) i nostri risentimenti, a riconsiderare il prossimo in diversa prospettiva, e cambiare il nostro cuore.
GCM 01.09.10