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Gesù, perla dimenticata

La perla dell'umanità resta il nostro Gesù. Nostro, perché si è dato a noi. Addirittura in modo fisico, attraverso l'Eucarestia.

Lui è la perla dell'umanità, perché è l'unico. La gente può inorgoglirsi, e correttamente, per le molte bellezze e per i molti geni, apparsi (e scomparsi!) lungo la storia. Artisti, santi, riformatori religiosi, statisti illuminati. I libri di storia sono imbottiti di “grandi uomini” e di “grandi eventi”. Di solito confinano un certo Gesù di Nazareth  tra le note in calce nel testo di storia romana, non tanto parlando di Gesù, ma, semmai, di quello strano fenomeno che è il cristianesimo.

Eppure, nella storia, c'è un unico caso di un Dio-Uomo, e di una Risurrezione definitiva da morte. È un caso che non entra nel letto di Procuste della superiore ragione umana; è un caso anormale, che non vale la pena di essere considerato, perché la scienza, questo mostro spesso inventato, non può riprodurlo. Infatti, per la scienza, sono da considerare validi solamente i fenomeni, che si possono riprodurre in laboratorio. Ciò che non può rientrare in laboratorio è da scartare.

Galileo, davanti agli scienziati del suo tempo, che rifiutavano la terra mobile, ripeteva: “Eppure si muove”. Noi diciamo tranquillamente: “Eppure è risorto!”.

Evitano quindi di inorgoglirsci per la perla dell'umanità, che è Gesù, perché la sua Risurrezione è un fenomeno di poco conto, marginale, rifiutato dalla scienza “antigalileiana” di oggi.
Ma, per noi, Gesù è vita bellissima.

24.06.18