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Gesù, peccato!

Fatto uomo, Gesù con la carne umana assunse in sé anche il peccato?

La seconda Lettera ai Corinzi (5, 21) lo dice esplicitamente: “Colui che non aveva avuto esperienza di peccato, Dio lo “fece” (latino: fecit; greco: epoiese) peccato a nostro beneficio (latino: pro nobis); greco: iper emou), affinché noi in lui diventiamo giustizia di Dio”.

È un testo sconvolgente e consolante. Gesù tutto come noi, per trasformarci profondamente tutti come lui. È la nostra sicurezza oggi di essere suoi, anche quando non ce n’accorgiamo, e domani godere della trasformazione in lui, non come un nirvana, ma come “persone” nell’unica divinità.

È tutto esaltante, e solamente la fede ci lancia in questa realtà. Dio trasforma Gesù in peccato, per poi trasformare il peccato in misericordia e grazia.

E noi, stolti, anziché tuffarci nel mistero di Dio che ci libera, in Gesù, dal peccato, facciamo del peccato (di ogni peccato, piccolo e grande) il nostro sport preferito, per non lasciarci trascinare nella grazia di Gesù.

Tutti abbiamo peccato e abbisogniamo di redenzione. Siamo tutti sotto il segno della maledizione, per esser tutti nel Cristo maledetto (parola di Paolo) e con lui diventare benedizione di Dio.

Una volta diventati benedizione, nell’essere assorbiti dentro la Risurrezione di Gesù, camminiamo nella luce, nella certezza di essere salvi in Gesù, nonostante le nostre stupide incertezze.

Il peccato, lo aborriamo perché ci disarciona da Dio, ma non ci incute paura, quando la fede e l’amore ci incatenano a Gesù.

31.03.18