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Cristologia e soteriologia

Quando udiamo la proclamazione comunitaria del Vangelo (proclamazione per la quale i Vangeli sono stati scritti), oppure quando ci si inoltra nella contemplazione personale del Vangelo, ci accorgiamo che il Vangelo contiene due motivi (e non solo questi): una declinazione cristologica e una declinazione soteriologica.

Il Vangelo ci introduce sempre a considerare chi è Gesù (cristologia) e che cosa Gesù opera per la salvezza nostra (soteriologia).

Quando scopriamo in ogni brano qualche sfaccettatura di Gesù, il nostro cuore si entusiasma per l’ammirazione adorante; così quando cogliamo che tutta l’avventura di Gesù e il suo attenersi al piano di Dio (ciò che piace al Padre faccio sempre), il nostro cuore rassoda la propria tranquillità per la salvezza assicurata alla nostra costanza nella fede.

Sono stretto dalla tristezza, se rammento quanta distruzione di gioia ha provocato in me e provoca in tutti, quando, anche nelle sedute catechistiche si istilla il dubbio: “Chissà se mi salverò”. Quale indelicatezza verso il nostro Gesù, che ha fatto di tutto per dire a ciascuno quel “Oggi sarai con me nel Paradiso”.

Quando mi porgevano le spiegazioni sui “novissimi” erano più le paure che le speranze, che venivano istillate. La paura della morte, la paura del giudizio, la minaccia dell’inferno, e la difficoltà di entrare in Paradiso. Era un’ora di catechismo nel terrore. Non un sorriso di speranza, una rassicurazione del certo amore del Padre verso i suoi figli.

Sullo sfondo dominava il Dio Giudice, incapace di misericordia, con in mano il codice per condannare! E Gesù che non si perita a dirci: “Oggi sarai con me in Paradiso!”.

10.01.16