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L’uccisione del padre


    Freud ci introduce in un tema delicato: l’uccisione del Padre. Maometto, nonostante la sua buona volontà, attua l’uccisione del padre. Non accenno al padre carnale di Maometto, quel padre che l’orfanezza non gli permise di uccidere, ma di un padre “culturale”.

    Presso qualche cultura etnica, si uccideva davvero il padre per assumere la sua saggezza e il suo potere. Oggi non è rara l’uccisione dei genitori per entrare in possesso della loro ricchezza. Oppure l’uccisione del padre per sposarne la moglie: vedi il mito di Edipo.

    Nella politica troviamo numerosi episodi di uccisione del padre, per succedergli sul trono.

    In filosofia, spesso un discepolo vuol superare il padre, combattendo le teorie del padre, o di un maestro. Il sessantotto fu una falcidia di padri: i semifreddi.

    Sovente, quando un maestro invecchia, è obliterato (e spesso offeso) da parte dei suoi vecchi alunni, con la pretesa della decisione di un mondo che avanza, mentre i discepoli uccidono lo ieri per trovarsi con l’altro ieri orpellato di novità.

    Come Maometto ha ucciso il padre?

    Maometto visse in un ambiente culturale, pregno di cristianesimo. Nel Corano, che è scritto cinque secoli dopo i Vangeli, troviamo infinite tracce del pensiero e della dottrina cristiani. Che il Corano dipenda in buona parte dalla cultura cristiana risulta chiaramente dalla lettura del libro. Eppure c’è chiara l’uccisione del padre.

    Gesù è svestito della sua qualità vitale: la sua divinità, che lo fa vivo grazie alla risurrezione. Nel Corano Gesù non è taciuto, ma è reciso di ciò che lo fa unico: della sua divinità.

     25.10.15