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Annientamento

Kenosis: è il termine con il quale S. Paolo, indica il Verbo di Dio, il quale, diventando uomo, nasconde la propria qualità di Dio. Una specie di annientamento, di oscuramento della gloria di Dio. L’annientamento per attuare l’amore di Dio tra gli uomini, tra di noi, povere creature.

Quando Gesù stava per essere ucciso, creò la sua nuova presenza sulla terra, attraverso il pane e il vino dell’Eucarestia. Questa è una presenza in vista della completezza dell’annientamento. Gesù si ricreò nel cibo. Il cibo è destinato a scomparire, a sciogliersi nei suoi elementi costitutivi. Ogni giorno la riviviscenza, nel pane e nel vino santificati, o ogni giorno l’annientamento nella digestione.

Fino a che rimarrà questo mondo, la kenosis si “perfezionerà” lungo tutto il tempo.

La kenosis eucaristica, che non si estingue mai definitivamente, è emblema anche dell’annientamento dell’umanità, assunta dal Verbo, la kenosis della nostra umanità, tramite la morte di ognuno e di tutti.

Eppure, come l’annientamento di Gesù è vita per tutti, così ogni annientamento dei cristiani è in vista della vita di tutti. Qualsiasi morte del cristiano, ma soprattutto la morte dei martiri.

Sangue di martiri, semente di nuovi cristiani, sentenziava Tertulliano. In Gesù ogni annientamento, quello della morte in particolare, è inizio di vita.
Addirittura per avere vita, ogni vita, è necessario un annientamento in quel Dio, che risuscita da morte.

14.10.14