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Gesù completa

Gesù non abolisce, ma completa. Egli muore e risorge, secondo le Scritture, afferma l’Apostolo. Le Scritture “parlano di me”, dice Gesù con sicurezza.
Tutto è salvato con lui e in lui.

Gesù scoppia di positività. Perché allora perfino i cristiani cercano la positività, psicologica e spirituale, fuori di lui? O, piuttosto, perché non sanno riportare in lui ogni positività, ovunque si trovi? Forse nella loro “educazione cattolica”, sono stati indirizzati a trovare negli “altri” dei devianti, o nel cristianesimo una devianza dai valori “normali”. Comunque una scissione, che divide perfino il “mondo dei valori” tra valori laici e valori cristiani. Si perpetua così una divisione che nuoce a chi la assume, e allo stesso corpo dei cristiani.

Se ci nutriamo di separazioni, perdiamo l’unità che sgorga dallo Spirito. E’ vero che Paolo contrappone la carne allo spirito. ma la contrapposizione si colloca nel versante della carne, che si oppone allo Spirito. Lo Spirito è contrario al diavolo che è il “padre della discordia (dià-ballo)”, poiché lo Spirito è unione nella Trinità e unione nella creazione.

Gesù completa la Legge e la Scrittura, perché questa, nella sua dinamica mistica e storica, è gravida di Cristo. Cristo: è il parto finale dell’Antico
Testamento. Non può distruggere le proprie origini umane, senza anche distruggere se stesso. Cristo è il frutto non solo del ventre di Maria, è anche il frutto dell’Antico Testamento, che genera in Gesù la nuova alleanza.

Accogliendo in sé ogni esperienza religiosa, prima di lui e “fuori” di lui, Cristo accoglie se stesso, e si completa. Non può rifiutare nessuna spinta religiosa, perché ciascuna tende inesorabilmente a lui.

GCM 12.06.13