HOME

Home > Gesù MAESTRO > Articoli 2014 > Morti con morti

Morti con morti

Lascia che i morti seppelliscano i morti.

Sono parole strane, che lasciano perplessi. Nell’Antico Testamento si loda Tobia, perché seppellisce gli uccisi, addirittura rischiando la vita. Tra le opere di misericordia, apprese anche durante le lezioni di catechismo da bambini, ci avevano detto che la cura dei morti è un merito. E poi la Chiesa, anche sotto la spinta delle tradizioni locali, cura funerali e sepolture.

E Gesù pone la sepoltura dei morti, tra le opere che ostacolano l’adesione a lui e alla sua opera.

I morti si possono seppellire da morti, oppure da vivi. Si seppelliscono da morti, quando la morte di una persona è stimata come fine ultima. Chi è morto trasmette il senso di morte e di disperazione a chi, ancora vivo, sperimenta la morte come troncamento della speranza.

Invece chi crede nella risurrezione dei morti, è convinto che il “morto” è vivo, e il seppellirlo è solamente una necessità igienica, attendendo lo sprigionarsi della sicura risurrezione.

Gesù pone l’antitesi tra sé e la morte. Lui è vita, seguirlo è una scelta per la vita, mentre il celebrare una sepoltura è una scelta per la morte, un essere coinvolti con la morte.

Coinvolti con la morte, e quindi morti.

La scelta tra Gesù e un funerale può diventare una situazione drammatica, tanto che l’allontanarsi da Gesù è andare in braccio alla morte.

Piangere un morto è naturale, andargli dietro è deleterio. Certamente la frase detta da Gesù e riportata dagli evangelisti, è in un contesto chiaro: il contesto della vocazione immediata. Però è significativa di un atteggiamento costante di Gesù: o la morte, o lui vita.

GCM 01.07.13