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Gesù supera la malizia

Gesù, quando è insidiato dagli avversari, ribatte sugli altri l’ accusa. Gli episodi, in questo senso, sono molti.

Ricordiamo l’episodio del tributo a Cesare. Gesù non si lascia irretire dalla proposta, ma fa ricadere sui suoi interlocutori le difficoltà, che essi si illudevano di scaricare su Gesù. Quando chiede di vedere una moneta, coniata da pagani, e quindi cosa obbrobriosa per un Ebreo osservante, Gesù, implicitamente dice che tra i suoi interlocutori c’è già qualche cosa che deve essere riconsiderato. Poi egli pone in difficoltà i suoi avversari, reclamando i diritti di Dio, da opporre alla moneta, come soluzione al problema, e lascia di stucco i presenti.

Se ricordiamo l’episodio dell’adultera, risalta ancora più chiaro il ribaltare la situazione. Non soltanto Gesù prima prende tempo (tracciando segni nella polvere), ma poi ribalta sugli accusatori della donna, la stessa colpa, che essi attribuivano, severamente e crudelmente, alla donna.

Di fronte al peccato, che pure Gesù misura chiaramente, Gesù vede non il castigo, ma la misericordia. Il peccato non spaventa Gesù, perché lui sa che Dio è più forte di ogni peccato, e che non la vendetta, ma l’amore lo fa superare. Gesù non ha paura del peccato, perché ama.

Troppe persone per evitare il male si armano di sforzi e di difese. Se curassero di più l’amore, il peccato, già commesso o incombente, non occuperebbe il sentire, non si esalterebbe nella paura o nel risentimento, ma si scioglierebbe nel caldo dell’amore.

GCM 05.06.13