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Beato il dare

Perché, come afferma Gesù, si sperimenta più gioia nel dare, che nel ricevere?

Il dare è frutto d’amore. Il vero amore non è quello che si richiede, ma quello che si dona.

Donare, anche quando non si è richiesti, a cominciare da un sorriso gratuitamente largito a tutti. Spesso non doniamo neppure ciò che non ci costa nulla, come un sorriso o un semplice saluto.

C’è un dono possibile in ogni momento: il dono della contemplazione. Il contemplare, la faccia di un bimbo o il tramonto, è un concederci gratuito alla bellezza. La vera contemplazione è un dono. Al tramonto non rubiamo nulla per noi. Invece noi ci lasciamo andare al tripudio e alla dolcezza dell’ammirazione.

Ci può essere anche un dono nel semplice risveglio del mattino, quando noi ci affidiamo alla luce del sole, ci immergiamo, tuffati, in essa. Ovunque noi possiamo vivere l’amore del concederci alla bellezza, alla gioia, all’incontro.

Gesù aveva intuito il suo e il nostro cuore, quando ci aveva svelato che si prova più gioia nel dare, che nel ricevere.

Forse una cattiva educazione e un influsso sociale, imperniati nell’interesse, ci impediscono la sollecitazione del dono. Un imprenditore, il quale poteva donare per un’opera sociale posta nelle sue mani, si rifiutò, perché sentenziò: “Il denaro deve fruttare denaro!”. Insomma dare per ricevere.

13.05.14