Non accorgersi di Gesù

Gesù rimprovera i paesi di Corazin, di Betsaida e di Cafarnao. Prevede per essi un giudizio più pesante di quello che subiranno le città pagane di Tiro e di Sidone.

Il linguaggio è duro, estremo. Il motivo è chiaro e grave: hanno visto le opere di Gesù e non hanno creduto. Quali opere? Forse i miracoli? Anche. Piuttosto hanno visto il profeta di Dio, e non si sono convertiti.

Essere a contatto di Gesù e non convertirsi genera una grave responsabilità. Il contatto con Gesù, la presenza di Gesù e della sua parola, induce o alla fede o all’incredulità, al premio o al giudizio.

Diceva Simeone che Gesù sarebbe stato salvezza o condanna, accettato o rifiutato. Situarsi a mezza strada, come purtroppo credono di poter fare troppi battezzati, non è possibile. O con Gesù, come lui stesso dice, o contro di lui.

I cattolici a mezz’acqua, né in superficie né sul fondo, cercano di addomesticare il Vangelo di Gesù, con la scusa di aggiornarlo per rispondere alle necessità “dei tempi”, dicono loro... o piuttosto ai capricci personali del momento.

Non  godono neppure del privilegio della creatività inedita. Già S. Paolo scriveva contro coloro che predicavano un vangelo in contrasto con l’autentico Vangelo di Paolo, quello che egli aveva ricevuto dallo stesso Signore. Che si voglia cambiare il Vangelo è una moda di sempre. Oggi più frequente di ieri, perché le persone che si credono più libere, pretendono di essere autorizzate perfino a cambiare la rivelazione. Qualche cosa di simile accadde nel seicento, quando Maometto propose una nuova rivelazione. Ma solo le parole di Gesù sono la roccia, su cui edificare.

GCM 05.10.12