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Contro Cristo

Certe frasi di Gesù sconcertano e inducono a ripensare. Una di tali frasi, secondo me, è “Chi non è con me, è contro di me!”. E’ un bianco-nero di ammalato psichico, che pretende o tutto o nulla? E’ la
pretesa talebana di un estremista?

Dipende dalla quota di verità personale, che la frase rinserra. Chi la dice è autentico e sincero? Gesù non soltanto è autentico e sincero, ma è “la Verità”. E davanti alla verità, non valgono le obiezioni, che sono
costrette a lasciare il posto a intense riflessioni.

E’ urgente scoprire le conseguenze di quella frase, dal momento che l’origine di essa non è negabile. Le conseguenze possono essere drammatiche, e confortanti.

Essere fuori di Gesù è costruire la casa sulla sabbia.

Costruzione che crollerà in sincronia con la morte. Gesù invece lavora e fa lavorare per l’eternità.

Sguardo corto o sguardo lungo. Solo Gesù che di eternità se ne intende, può lanciare lo sguardo oltre l’orizzonte. Perciò Gesù sentenzia saggiamente: se non siamo con lui, siamo contro di lui.

Essere “contro”. Non è sufficiente essere “fuori”, essere dispersi.

Ma proprio “contro”? Questa è la versione nel Vangelo di Luca (11,23).

Proprio nel Vangelo di Luca, che fin dall’antichità fu definito “scriba mansuetudinis Christi” (scrittore della mansuetudine di Cristo).

Il testo in questione segue e conclude l’immagine di un uomo forte, vinto da uno più forte di lui. Gesù paragona se stesso all’uomo più forte, che riesce vincitore: una situazione di lotta, che vede soccombere un uomo forte. Si tratta di aperta ostilità, dove si affrontano chi vince e chi perde: Cristo e il Satana che gli si oppone. In questa prospettiva, colui che non è con Gesù, è contro di lui.

GCM 15.10.12