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Padre Dio

Gesù ci ha indicato come pregare e come non pregare. Non pregare come i pagani, che credono di svegliare i loro idoli con lunghe tiritere. Non credere, come gli ebrei (e come troppi cristiani) che certe preghiere sono miracolose, come alcune formule a S. Rita o a S. Antonio.

Allora ecco la ricetta di Gesù: “Chiuditi nella tua camera” (e questo oggi mi è normale) e semplicemente “dite così: Padre nostro”.

Quindi la preghiera è un parlare con il Padre. Era il modo di Gesù, sempre anche sulla croce: “Padre, perdona loro”, “Padre nelle tue mani”. Ma già prima: “Padre, se vuoi, allontana questo calice”, “Ti ringrazio, Padre”.

Chi è questo Padre, al quale Gesù si rivolge e al quale indica a noi di rivolgerci?

Gesù subito lo specifica: Padre celeste ossia Dio.

Il Padre, che noi riconosciamo Dio. Padre che è Dio! Difatti la prima parte del Padre nostro recita: “Sia santificato il tuo nome”. Questa frase non capìta, sembrerebbe dirci poco, però se la guardiamo attentamente, essa è una sottolineatura di quel Padre, che è Dio.

“Noi riconosciamo e accettiamo che il Nome (Dio, per gli Ebrei) è Santo (parafrasi di Dio, il Santo)”. Non dimentichiamo Dio per accettare il Padre, ma nel Padre accogliamo Dio.

Gesù finalmente specifica Dio nel Padre, Padre reale, non fittizio, non adottato, anche quando si dice che “adotta”. Questo Padre, che è Dio, è uno con Gesù, il Figlio che è Dio, e con lo Spirito Santo (Santo parafrasi di Dio).

27.06.18