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Confidare sempre

Dio, che è Padre, in noi guarda la confidenza, che nutriamo in Lui (fede), e molto meno la quantità di teologia o di catechismo, che abbiamo ingurgitato. Forse vale più la fantasia, che sorregge la fede, che non il pensiero raffinato, uso a discutere su Dio.

La fede dei semplici rivolta a Dio, serve di più che la fede nelle credenze dei manipolatori dell'informazione. Le parabole del caro Gesù erano semplici avvisi comprensibili a tutti, mentre i ragionamenti li riservava per rimbeccare le credenze degli “intelligenti”.

Per confondere i farisei era anche capace di presentare quesiti, come quando presenta quel “Signore disse al mio Signore”. Alla fine delle parabole, era sufficiente “Così farà il Padre vostro, se...” per inserire la verità nel cuore.

Un cuore aperto al Padre, veramente Padre, non a un padre finto o “adottivo” che tratta i figli adottivi senza il calore, come si trattano gli estranei. Ci ama sempre, ci ama perché ci facciamo del male con il peccato, inutile diversivo che provoca diletto e amarezza.

Paolo a questo Padre di Gesù piegava le ginocchia, ammirato della paternità dello stesso Dio. Piegare le ginocchia in adorazione, come gli innamorati fanno presso l'oggetto del loro amore. L'uomo piega le ginocchia, Dio avvicina il suo cuore, l'avvicina in modo particolare, quando si rivolge all'uomo, nel passaggio della morte. S'avvicina al moribondo per accogliere, con il suo ultimo respiro, la persona che si perde nelle braccia di Dio.

04.07.16