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Perdono sorridente

Ogni giorno incontriamo con letizia una realtà, che ci entusiasma. Ossia: quando abbiamo sbagliato davanti a nostro Padre e gli chiediamo perdono, egli “ipso facto” cioè contemporaneamente, ci perdona. Viverci e sentirci subito perdonati, imprime nella nostra vita una lucentezza, che ci consola e ci riempie di sorridente riconoscenza.

Evidentemente il nostro chiedere perdono, non può essere formale, ma convinto della nostra cattiveria e della sua misericordia.

Rendimi la gioia della tua salvezza. Questo dice il salmo, che chiede perdono per le malefatte: una delle quali è l’adulterio e l’altra l’omicidio, perpetrati da Davide.

La certezza di essere perdonati non tanto per il mio sforzo, ma soprattutto grazie all’amore e alla misericordia di mio Padre.

Sempre il Padre è sollecito per farci gioire. Perfino nelle difficoltà, se ci affidiamo a lui, si apre dentro di noi una luce, che non cancella le difficoltà o i dolori, ma ce li fa vivere e sentire in modo diverso.

Quando anche sembra che lui ci minacci, sentiamo la stessa minaccia, come un avviso sollecito di Dio.

Nella mia vecchia esperienza seminaristica, ricordo il primo rettore, una persona austera con altri, che aveva scelto di essere temuto e non amato, quasicché il seminario, da lui inteso, fosse una casa di corrigendi, un raduno di piccoli manigoldi in nuce.

Certo nei suoi occhi non leggevamo il Dio Padre, che voleva “tirarci su” per essere suoi collaboratori nell’amore. Si pensava allora, di educare dei piccoli squadristi di Madre Chiesa.

11.03.14