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L’ironia bonaria del Padre

Al nostro Padre piace sorridere, quando gli uomini si oppongono a lui. E questo, come i salmi fanno notare, non soltanto aspettandoli al varco della morte, ma anche durante la vita.

Leggo negli Atti degli Apostoli un episodio dell’ironia di Dio.

Pietro e Giovanni sono prigionieri e incatenati, ed ecco che vengono liberati miracolosamente, senza chiasso, senza disturbare le guardie, che essendo stanche dormivano, e senza neppure abbattere le porte del carcere.

Erano stati incarcerati, perché predicavano quel Gesù, condannato a morte per opera del sinedrio, che poi era sparito dal sepolcro e si mostrava or qua or là, senza che le guardie potessero riacciuffarlo. In compenso i suoi discepoli parlavano al posto suo.

Dunque, Pietro e Giovanni sono liberi, anzi si mettono a parlare di Gesù nel tempio, proprio sotto il naso di quelli che li avevano fatti prigionieri.
I capi si radunano, aprono il tribunale ecclesiastico del tempo, per giudicare i due prigionieri. I soldati si recano nella prigione, ben custodita, e - ironia di Dio - non trovano i pregiudicati.

Mentre si meravigliano, interdetti per questa scomparsa, ecco arrivare trafelato uno che annuncia come i due non solo sono liberi, ma - seconda ironia di Dio - stanno reiterando, e proprio nel tempio, il delitto di parlare ancora di Gesù. Quel Gesù che era stato ucciso e - ancora l’ironia del Padre - il Padre aveva fatto risorgere.

Dio sorride - lo dice il salmo - sopra la pretesa degli uomini di opporsi a lui. E noi cristiani, ancora presenti, facciamo parte del sorriso ironico di Dio.

GCM 10.04. 13