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Figli!

Sì, ma a distanza. Gran bella cosa il cristianesimo, ma che non pretenda di invadermi! Non è questo il mio credere.

Dio sì è Padre, lo dice a chiare lettere Gesù; un padre non autentico, perché è solo adottivo? Tutti mi vogliono convincere di essere un figlio adottivo di Dio?
Per conseguenza Dio sarebbe un Padre adottante, non autentico, quasi finto. Che il mio Padre mi scusi se uso questi aggettivi per lui, ma lui mi capisce e mi sorride.

Altra finzione. Noi dobbiamo amarci “come” fratelli, non “perché” fratelli?

Niente fratelli e niente Padre? Oppure fratelli sì, Padre sì, ma a una certa distanza?

E quel Gesù, che dichiara di essere davvero nostro cibo, uno che si immedesima con noi? È uno scherzo o una realtà? Insomma le sue sono solo “parole”? Un po’ di fumo? Oppure le sue sono “parole” in bocca del Figlio di quel Dio, che “disse e tutto divenne”.

Tutti siamo stati indottrinati a dire “Dio si fece uomo”. Poi quest’uomo l’abbiamo raffigurato come un eroe, non come l’uomo “che sperimenta il patire”, almeno secondo la Scrittura. E poi Dio…

Un santo del Cinquecento scriveva una lettera a sua madre: “Signora madre…”. Echeggiava lo stile dei despoti orientali, o di Carlo Quinto o del Re Sole. Anche per Teresa d’Avila, Dio era “Sua Maestà”.

Distanza incolmabile tra noi e lui, il quale era venuto a togliere ogni distanza, preferendo le taverne dei poveri, e la vicinanza delle meretrici.

Credo sia molto consolante e molto bello non sentirci figli adottivi, che cercano i genitori naturali, ma figli di Dio, che vivono e vivranno nella casa del Padre.

10.03.14