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Peccato e cuore

Se Dio è babbo, che cos’è il peccato?

Peccato è uno sviarsi dall’obiettivo. E’ un  andar contro a una norma di legge o a una volontà, principalmente alla volontà del Padre. Il peccato si muove all’interno della volontà e dell’azione.

Diverso colorito ha il peccato, se posto in relazione con il cuore.

Gesù  di sé dice di compiere sempre ciò che piace al Padre. Il piacere del Padre, si riferisce al settore affettivo. Perfino il termine volontà, usato da Gesù nel Vangelo ha un sapore affettivo. Quando diciamo il Padre Nostro, la “volontà del Padre” in cielo, non richiama un satrapo che comanda all’esercito degli angeli, ma indica il rapporto interno alla Trinità. Qui i tre non si comandano, ma la loro “volontà” è in fase con l’amore.

E allora il peccato è guardato sotto l’aspetto dell’amore. Non azione o pensiero contro la legge, ma posizione interiore contraria all’amore.

Sì, il peccato è uno sgarbo contro Colui che ci ama. E’ un vulnus all’amore, una più o meno grave mancanza di delicatezza verso colui che ci vuole un bene dell’anima.

Già da bambini distinguevamo l’opposizione alla maestra, dall’opposizione alla mamma. Lì la paura della riprensione, qui il dispiacere dell’affetto.

Dio è Amore. Se muoviamo da questa realtà, allora il nostro bene e il nostro male hanno un sapore di delicatezza  (o di indelicatezza)  affettiva. E’ il cuore che ci rimprovera, più che la mente o il rimorso. E’ l’amore che ci rende tristi, se pecchiamo. E allora il pentimento non è un morderci le dita per aver sbagliato, ma il bisogno di essere abbracciati dal Padre.

GCM 02.01.13