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Dio santo

Dio è permaloso?

Da piccoli udivamo dire dai nostri educatori (genitori, insegnanti, catechisti, preti) che colui che pecca (magari mangiando la marmellata di nascosto), offende Dio, e Dio lo castiga: ed ecco apparire sullo sfondo le fiamme dell'inferno. Dio offeso, castiga. Questa immagine di un Dio offeso e castigante (=permaloso) riappariva anche durante la confessione sacramentale, perché si ricorreva al confessionale per evitare l'inferno, placando così un Dio permaloso e corrucciato.

Povero Dio, quale scempio si faceva della tua immagine di Padre, Padre reale e autentico, non per modo di dire.

Perfino nei salmi questo Dio non permaloso, talvolta riaffiorava.

“Se i suoi figli peccheranno, li castigherò, ma non ritirerò il mio amore”. E si ripete che Dio “è grande nel suo amore”.

Forse un'idea del dio permaloso e vendicativo, da attribuire forse a certi dei pagani, come il Moloc, resta un po' filtrata in certi strati della dottrina cristiana.

Nella Scrittura l’idea tra castigo e correzione, purtroppo accostabili nel linguaggio biblico, ha influito su un Dio, che corregge sempre perché Padre, ma che non può fare a meno di castigare o almeno di minacciare un castigo (perfino eterno: inferno!).

Perfino nella legislatura umana il carcere è indicato come occasione di ravvedimento! E nel Vangelo?

No, mio papà Dio non è permaloso, ma soccorrevole quando vede un suo figlio caduto.

31.05.18