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Dio commosso

Assalonne, figlio mio; Assalonne, figlio mio! È lo strazio di Davide, all’udire la morte del figlio. Un figlio ribelle, che aveva organizzato un esercito per detronizzare il padre, anzi addirittura per sopprimerlo. I fedeli a Davide re, con a capo Joab, combattono l’esercito di Assalonne, lo sconfiggono, e lo stesso Joab trafigge e uccide Assalonne inerme e impigliato nei rami di un albero. La notizia della vittoria è recata a Davide. Questi non tripudia, ma cade nel dolore.

I due piani: Joab guarda la vittoria politica. Davide piange l’uccisione del figlio, lato negativo della vittoria. La politica esulta, il cuore si affligge. La chiesa ufficiale esulta per la sconfitta delle eresie, per il valore negativo delle scomuniche, per l’affermarsi del potere. Il cuore di Dio e i santi di Dio, piangono sui fratelli devianti. Sì, la politica ecclesiale gioisce, Dio Padre è afflitto, chiaramente come si affligge Dio, modalità che non ci è concesso di conoscere.

Noi, che sentiamo l’immensa gioia di essere figli di Dio, davanti al peccatore punito, ci abbandoniamo alla gioia dell’Antico Testamento per i nemici sconfitti, o alla tenerezza del pianto per i fratelli perduti, come indica il Nuovo Testamento? Quel Testamento, che narra di un pastore che cerca la pecora disorientata.

Se, al leggere l’afflizione di Davide alla morte di Assalonne, ci si intenerisce, quale è la nostra commozione per milioni di fratelli scomunicati, di islamici combattuti?

Che lo Spirito ci apra alla commovente afflizione del Padre!

30.01.18