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Scadenze false

Ho sentito dire da qualche devoto, che recitando il rosario del Padre (non quello della Madonna) si sollecita il tempo nuovo, nel quale i “cent’anni del maligno” finalmente termineranno, con essi finiranno le deviazioni dal vero, e ci sarà un tempo felice.

Poi leggo il Vangelo, e, mentre la gente gli chiede quando verrà la salvezza, Gesù afferma che certe scadenze non le conosce nessun uomo, neppure gli angeli le conoscono, e addirittura neppure lui, il Figlio dell’uomo: soltanto il Padre.

Paolo sconsiglia le ritualità, che riguardano il tempo. L’Apocalisse esprime tempi e momenti, ma in senso simbolico.

Nel nostro tempo, Maya e Testimoni di Geova hanno sempre steccato quando hanno affermato scadenze.

Tutto è nelle mani del Padre... per fortuna, perché solo così la nostra fiducia in lui può essere piena.

Perché introdurre certe pratiche di pietà, connnettendovi la certezza di scadenze nel tempo? Non ci si accorge che la pietà diventa superstizione: non è fiducia nel Padre, ma nel calendario.

Gesù, quando parla di errori del futuro, li descrive, ma poi aggiunge : “Però non è subito la fine”.

Paolo se la prende con quei cristiani devianti (qualche dubbio in proposito, però, lo aveva nutrito anche lui) che dicono imminente la fine, e perciò si dispensano dall’operare.

Insomma, quale Scrittura, quale Parola di Dio, conoscono certi cristiani che “sperano nel tempo”?

GCM 17.05.13