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Dio, noi, il mondo sorretto

Dalle letture estive mi risuona una frase: Dio vive la sua esperienza cristiana, a iniziare dall’incarnazione di Gesù. Sembra quasi che l’infinito trovi un nuovo posto, dove abitare sempre in se stesso.

Il primo a vivere la propria divina esperienza cristiana, è proprio il Cristo. E in questa esperienza il Verbo trascina con sé il Padre e lo Spirito.

Dio che si vive cristiano nel nascere di Gesù, e Dio si vivrà cristiano nel morire di Gesù.

Nell’A.T. Dio era sempre presente al suo popolo. E, grazie ad esso, era presente tra gli uomini.

Oggi Dio non è solo presente, ma è inserito nella sua Chiesa, la Chiesa di Gesù. E grazie alla Chiesa Dio rimane inserito nel mondo, nelle nazioni. La Chiesa è spesso perseguitata, ma non sparirà mai. Se, per assurdo, la Chiesa dovesse scomparire, il mondo resterebbe privo di Dio, privo cioè di chi lo fa esistere. Le culture che pretendono di sradicare la Chiesa di Gesù, la Chiesa dell’Eucarestia, non sanno che perpetrano il suicidio. Preparano un mondo senz’anima.

Prima di Cristo, Dio sosteneva il mondo come dall’esterno (sebbene la gloria di Dio splendeva nell’universo); dopo Cristo, Dio sorregge il mondo dall’interno. E noi, che siamo Gesù, sosteniamo in Dio il mondo dall’interno.

Anche il Vaticano II ricorda questa nostra presenza dinamica nel mondo e per il mondo, quando ricorda che la Chiesa è per il mondo, come l’anima per il corpo.

Ricordare a noi stessi, che crediamo in Gesù, questa nostra missione universale, ci aiuterebbe a guarire dal cancro delle nostre piccinerie.

21.08.14