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Dio, congratulazioni!

Perché non congratularci anche con nostro Padre? E’ facile lodarlo, ringraziarlo, anche adorarlo. Però congratularsi con lui, perché sa fare le cose per bene, è un’azione che non ci viene in mente con facilità.

Eppure il congratularsi si articola su due aspetti: essere invasi noi di contentezza, e sapere che l’altro è contento. Noi e lui. Noi, che intuiamo il piacere e il valore di lui.

Quando apprendiamo che Dio, dopo aver creato, dice che ciò che ha fatto è una “cosa buona”, allora il con-gratularsi, è partecipare del suo piacere, che egli nutre verso se stesso. Lodarlo significa restare ancora a distanza. Congratularsi è vivere assieme (con-gratularsi) una situazione gradevole. Il congratularsi è condividere lo stesso piacere, essere in armonia di gioia tra due.

Dio ha bisogno della nostra congratulazione? perché non può essere felice in se stesso e per se stesso? La risposta zampilla immediata dall’accorgerci che Dio è Trinità. Nel Dio Trino, tutti e tre provano la stessa, unica, gioia infinita. Anche se noi attribuiamo compiti e sentimenti diversi a ciascuna delle tre Persone, Dio invece non è diviso. Noi dominiamo la realtà, dividendola: divide et impera, dicevano i nostri nonni. Quanto più curiamo la separazione, tanto più ci illudiamo di essere forti. Nella Trinità la divisione e la separazione sono impossibili. Quasi: “tutti per uno, uno per tutti”!

Quando Dio si espande, creando, non può seguire un metodo con non gli si addica. Dentro questa dinamica, si innesta il nostro congratularci con  Dio.

O Dio, quanto sei grande!

GCM 02.05.13