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Trinità!

Nelle mie riflessioni, frutto di ricerca e di preghiera, preferisco “sbagliare” con la Chiesa (Vangelo e Concili), che “aver ragione” fuori della Chiesa.
Preferisco affermare la realtà della Trinità in Dio, che non le speculazioni indotte dal monoteismo islamico.

La Trinità ci viene, di solito, imposta come dogma da credere, ci piaccia o non ci piaccia. Quasi un capestro sul collo di ignorantini cattolici o cristiani.

La Trinità è il nostro respiro a pieni polmoni.

Il confidare a un’altra persona  ciò che siamo,  quanto di  più personale vibra in noi, è l’arrivo profondo dell’amore. Soltanto chi ama, dice e riversa tutto se stesso nella persona dell’amato.

La Trinità è il massimo della confidenza di Dio all’uomo. Dio mi ama, e mi dice tutto se stesso, anche affrontando il rischio di essere frainteso. La Trinità è l’apice insuperabile della confidenza di Dio: è la più bella conferma del suo amore.

Giovanni scrive: “Così Dio ha amato il mondo, da dare suo Figlio”. Dio offre la sua intimità a noi uomini. Il Figlio è nell’intimità di Dio. Il Figlio è un raggio dell’intima vita di Dio. Donando il Figlio, Dio ha donato se stesso. Quindi ci ha fatto conoscere l’intimità di Dio.

Davanti a tanta confidenza amorosa di Dio, ecco la nostra meraviglia. Ecco chi è Dio. Egli supera la nostra comprensione, e proprio questo eccita quella meraviglia, che si manifesta anche nell’adorazione.

Adorare (ad-oro) è un dolce restare a bocca aperta, davanti alla più impensata meraviglia di Dio. Il nostro Dio è Trino, pur essendo uno!

Se restiamo a bocca aperta davanti a quella periferica meraviglia di Dio che è il tramonto, che cosa non si sente davanti alla Trinità?

GCM 03.06.12