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Inferno

Dannazione!

E’ una parola e un problema non da poco. L’uomo è condannato da Dio? Alla fine della vita, Dio condannerà al fuoco eterno chi l’ha osteggiato o trascurato? Dio prenderà finalmente la propria rivalsa vendicativa contro i suoi “nemici”?

Se Dio è bontà, come si può interpretare il suo “castigo”?

Se Dio è bontà, può smettere di amare l’uomo? Evidentemente, no.  Dell’uomo Dio ama tutto, principalmente la sua libertà. Perfino la libertà dell’uomo quando pecca e quando bestemmia: Dio non fulmina il peccatore, lo rispetta anche nel suo libero scegliere perfino la sua deviazione. L’inferno è creato dalla scelta dell’uomo; contro la libertà di scelta umana Dio “non può”  andare, altrimenti rinnegherebbe se stesso, in quanto creatore dell’uomo libero.

Liberamente, con il peccato, l’uomo si allontana da Dio, e se la scelta del peccato (ossia della devianza da Dio!) è definitiva, Dio, nell’amore per l’uomo libero, accetta la decisione dell’uomo. L’uomo che ha escluso Dio dalla propria vita, soffrirà per sempre della mancanza di Dio.

L’inferno è un’immensa nostalgia per un bene, che era destinato alla creatura, e che questa ha rifiutato. Il dolore per una lontananza eterna dalla casa del Padre. La tristezza divorante per la perdita di una gioia promessa e rifiutata.

Una sofferenza insopportabile, che nulla potrà lenire, perché voluta masochisticamente dalla creatura.

Può Dio sopportare tanto dolore nei suoi figli?

Eppure quel Dio ha tollerato la sofferenza di Gesù sulla croce. Dio sa ciò che produce dolore nell’uomo, e ha donato suo Figlio per risparmiare tale dolore. 
GCM 21.11.11