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Annientamento e onnipotenza

Nell’amoroso disegno del Padre, Gesù si fa povero, perfino della sua divinità (come ci informa indiscutibilmente S. Paolo), pur di venire incontro al piacere del Padre, che salva gli uomini per “dimorare” con noi.

Gesù si annienta per infiltrarsi tra noi, non con un travestimento, ma da uomo. Mentre gli dei pagani si travestivano - perfino da cigni! - per entrare nel mondo degli uomini.

Gesù uomo autentico per rivelare agli uomini la loro autenticità assopita, e forse soffocata, a  causa del peccato.

Quest’uomo autentico è “specchio e figura della gloria”. E, quando si pone in preghiera, lascia trasparire da sé e attraverso di sé, la “luce” del Padre: ed ecco la Trasfigurazione.

Il Verbo divenne carne, come scrive S. Giovanni. E Paolo indica un incomparabile effetto del divenire carne: annientò e nascose la propria divinità.

Anche quando perdona i peccati al paralitico e suscita le rimostranze degli scribi, Gesù dice di aver tale potere in quanto Figlio dell’uomo, e subito l’Evangelista pone in rilievo che “Dio aveva dato un tale potere agli uomini”.

Ecco un lato della “rivelazione dell’uomo”: egli può operare le azioni di Dio, se Dio lo vuole. Qui sta il mistero del nostro essere uomini e Chiesa.
L’obbedienza al Padre rende capaci di “rispecchiare” le opere del Padre. Non con le nostre capacità o con le nostre pretese (lo smacco di Adamo insegna chiaramente), ma con l’accettazione umile dell’opera di Dio in noi (il potere del sacerdote di rimettere il peccato).

La rivelazione mostra Dio e mostra l’uomo, quando cordialmente si lascia condurre da Dio.

GCM 16.08.12